Ultimo aggiornamento 07.10.2025
Entrano in vigore da venerdì 10 ottobre le nuove disposizioni introdotte dalla legge 132/2025, che aggiorna il Codice penale e altre normative per affrontare i rischi legati all’uso improprio dell’intelligenza artificiale (AI). La riforma introduce nuovi reati, inasprisce pene esistenti e prevede aggravanti specifiche per chi utilizza sistemi AI nella commissione di illeciti.
Il nuovo reato di diffusione illecita di contenuti AI
La principale novità è l’inserimento nel Codice penale dell’articolo 612-quater, che punisce la diffusione illecita di contenuti generati o alterati con l’intelligenza artificiale.
Chiunque diffonda, senza consenso, immagini, video o audio falsificati con sistemi AI, causando un danno ingiusto a una persona, rischia da uno a cinque anni di reclusione.
La norma mira a tutelare la libertà morale e l’autodeterminazione della persona, riconoscendo la particolare pericolosità delle manipolazioni digitali capaci di ingannare sulla genuinità dei contenuti.
Aggravanti per reati commessi con l’AI
Tra le aggravanti comuni viene introdotta quella per l’uso di sistemi di intelligenza artificiale come mezzo insidioso o ostacolo alla difesa della vittima. L’aggravante si applica anche quando l’impiego dell’AI accentua gli effetti del reato.
Implicazioni per le imprese
Le novità toccano anche il diritto penale dell’economia.
- L’aggiotaggio societario e bancario (art. 2637 c.c.) commesso mediante AI è ora punito con la reclusione da due a sette anni (contro l’attuale da uno a cinque).
- La manipolazione del mercato (art. 185 del TUF) effettuata con sistemi AI prevede pene da due a sette anni di reclusione e multe da 25mila a 6 milioni di euro.
Resta da chiarire se si applichi il “raddoppio” delle pene previsto dalla legge 262/2005, per evitare possibili contrasti di proporzionalità e coerenza costituzionale.
Tutela del diritto d’autore
La legge estende inoltre la punibilità del cosiddetto “plagio artistico” (art. 171 della legge 633/1941) anche alle condotte di text e data mining abusivi, cioè all’estrazione non autorizzata di testi o dati da opere protette online mediante sistemi AI.
Prossimi sviluppi
Entro dodici mesi il Governo dovrà introdurre ulteriori fattispecie penali, volte a sanzionare l’omessa adozione di misure di sicurezza nella produzione o uso professionale dell’intelligenza artificiale, quando da tali omissioni possano derivare pericoli per la vita, la sicurezza pubblica o lo Stato.